Facebook ci ha fregati. Ha fregato a tutti noi possessori di una pagina, o quasi tutti e probabilmente anche a te che avevi così ben capito come funzionava la cosa dell’Edgerank e ti stava andando piuttosto bene. Dico questo perché qualche giorno fa su un gruppo di Facebook è nata una discussione molto interessante, negli ultimi mesi pare che le visualizzazioni di pagine e profili siano in netto calo. Io personalmente non ho notato un grande calo, almeno non in tutte le mie pagine.
Ma è inutile nascondere che il social network ha cambiato il suo algoritmo, cosa succederà ora?
Se non lo sai, Facebook utilizza un algoritmo (come Google e gli altri motori di ricerca) per poter analizzare tutti i contenuti pubblicati nella rete sociale e selezionarli per proporli ai vari utenti nel famoso “News Feed”: la homepage. Inoltre crea ed attribuisce un EdgeRank, che non è altro che un punteggio: più è alto, più si è visibili.
Man mano che la rete sociale cresce questo algoritmo ha bisogno di cambiare per far fronte alle esigenze dei vari iscritti. Immagina di avere oltre 1500 amici e che sul tuo news feed appaiano 1500 stati, foto, video ogni giorno (mi sto tenendo basso, perché io personalmente aggiorno il mio stato di Facebook almeno un paio di volte al giorno), più aggiornamenti delle pagine, video, ecc… usciresti pazzo, no? Ecco perché allora FB deve fare una selezione.
Questo codice su cui si basa il social network non fa altro che una selezione dei contenuti e propone quelli che realmente potrebbero interessare ad un utente.
Algoritmo di Facebook: i valori della decisione ed EdgeRank
L’EdgeRank si basa su tre pilastri principali:
- Affinità: la percentuale di affinità tra gli utenti e il post di una pagina in base agli interessi e le preferenze espresse durante la loro vita social (per vita sociale intendo il tempo trascorso dall’iscrizione fino ad oggi).
- Peso: questo è base ai like, condivisioni e commenti
- Tempo: la rete sociale predilige nuovi contenuti, dunque dopo un po’ di tempo quelli pubblicati diventano in un certo senso “vecchi”. Quanto più tempo ha vita un contenuto (like dopo un giorno o due), più il valore assegnato sarà alto.
Il funzionamento esatto dell’algoritmo è ovviamente sconosciuto, inutile dirti che come funziona con precisione lo saprà solo Mark Zuckerberg e pochi altri della rete sociale, ma analizzando gli eventi ed effettuando vari test e studi pare che abbiamo raggiunto una buona conoscenza di questo funzionamento.
La pubblicazione di una notizia di un’azienda cosmetica può interessare solo a selezionati utenti che hanno espresso interesse in un determinato prodotto, mentre a me, per esempio, non interessa minimamente!
EdgeRank: da cosa è influenzato?
Facebook calcola l’edgerank e si basa, proprio per questo motivo, sulle preferenze che gli utenti danno costantemente attraverso la rete sociale: Condivisioni, mi piace su foto, stati e pagine, commenti, denunce e segnalazioni varie.
Immagina che queste preferenze vengano valutate su una scala da 1 a 10 e che per ogni interazione dell’utente viene assegnato un valore (in base al tempo necessario e all’importanza dell’azione dell’utente), più è alto questo punteggio più sarà alta la percentuale di visualizzazione del post/profilo/pagina in questione.
In ordine di importanza i valori che Facebook tiene in considerazione per calcolare l’EdgeRank sono dunque i seguenti (immagini e testo):
- Condivisioni: richiede, in un certo senso, un grande sforzo da parte dell’utente che per condividere sulla propria bacheca il contenuto deve averlo apprezzato molto, dunque da un feedback e lo consiglia a tutti i suoi amici.
- Commenti: anche qui pare sia assegnata una valutazione alta, un commento richiede tempo e sforzo.
- Like (mi piace): si tratta di un valore medio, non richiede molto sforzo però espressa un apprezzamento da parte dell’utente.
Questi sono i 3 principali valori che influiscono sulla visualizzazione, o l’esclusione, di un contenuto dal News Feed, ma alcuni test mi hanno permesso di scoprire che anche i messaggi ad una pagina influiscono sull’EdgeRank, così come influisce anche chattare con un amico. Infatti se parli spesso con un utente, visualizzerai con più frequenza i suoi contenuti (oltre a trovarlo nella parte alta della chat).
Facebook, in pratica, capisce che c’è un vincolo di amicizia, di lavoro, o di altro, e ti propone le sue foto, i suoi stati ed i suoi video in quanto potresti essere interessato.
A proposito di video, che di fatto consente di entrare nel mondo del video marketing alla piattaforma di Mark Zuckerberg, ai classici tre valori di influenza ( Condivisione, commenti e like), qui entra in gioco un’altra variabile che io posizionerei tra la condivisione ed il commento: la visualizzazione. Di fatto se un utente guarderà un video fino alla fine ha richiesto un’azione e di conseguenza del tempo all’iscritto, dunque questo ha un valore e di conseguenza un punteggio che verrà assegnato all’user che ha pubblicato il filmato.
Con l’obiettivo di migliorare l’user experience di un utente, Facebook aggiorna in continuazione e perfeziona il suo algoritmo, gli ultimi update pare siano iniziati il 1 gennaio 2015 (mese in cui si è iniziato a sentire un calo di visualizzazioni di contenuti all’interno delle pagine Facebook), prima ancora, invece, un aggiornamento è stato registrato durante il mese di novembre 2014.
Meno pubblicità, più contenuti su Facebook
L’ultimo update del social network arriva da un sondaggio fatto proprio da Facebook, i risultati hanno messo in evidenza un problema bello grande: gli utenti vedono più come pubblicità i contenuti delle pagine che seguono sulla rete sociale, che le Facebook Ads.
In parole povere post, stati promozionali, immagini di un prodotto e inviti ad utilizzare un’applicazione su Facebook sono percepiti come messaggi pubblicitari, anche se si tratta di risultati organici più che di pubblicità (anzi, qui non c’entra proprio la promozione).
Con questo sondaggio Mr. Zuckerberg ha capito che c’era qualcosa da perfezionare nel calcolo dell’EdgeRank, c’era bisogno di un cambio importante.
Così Facebook, durante il mese di gennaio, ha cambiato il suo algoritmo con lo scopo di migliorarlo per proporre più contenuti di qualità, evitando anche che un gran numero di messaggi pubblicitari di pagine venissero mostrati nella homepage dell’utente. Il risultato del cambio è stata una importante riduzione dei post organici con pubblicità, inviti ad installare applicazioni e via dicendo.
Il nuovo algoritmo di Facebook è stato, di fatto, programmato per:
- Scovare e limitare post promozionali;
- Selezionare ed limitare la visualizzazione di post con fotografie e testo che non hanno relazione con la pagina dove sono state pubblicate;
- Penalizzare i post con link al piè di immagini o aggiornamenti di stati che non seguono il formato che Facebook impone, il tutto perché sono sospettosi di essere spam.
Le imprese devono investire per visibilità per migliorare l’EdgeRank?
L’obiettivo dell’algoritmo di Facebook è favorire gli utenti, che in questo modo vedono contenuti che veramente rientrano nei loro interessi. Ma che succede con la tua pagina aziendale su Facebook? Se le imprese utilizzano la rete sociale per promuovere i prodotti e servizi, che succede?
Le conseguenze sono chiare ed evidenti, i contenuti organici promozionali perderanno visibilità (o meglio, l’hanno già persa), e perderanno anche l’efficacia il che obbliga gli utenti, per meglio dire gli amministratori, a cambiare la strategia di azione in due modi:
- Acquistare annunci pubblicitari tramite Facebook ADS;
- Promozionare i post con prodotti in modo totalmente diverso, facendo Brand content e content marketing creando, in questo modo, contenuto che apporta valore agli utenti.
Ma la domanda che ti stai facendo è questa: Domenico, ma conviene ancora avere una pagina di Facebook?
La risposta è si, se stai decidendo di abbandonare la barca ti stai sbagliando, piuttosto io ti consiglierei di organizzare una buona strategia di contenuti di qualità e di evitare, ad ogni modo, post promozionali all’interno della tua pagina e di iniziare ad utilizzare immagini per la call to action in quanto Facebook, come Google e gli altri motori, non sono in grado di “leggere” le foto.
Con questo update entrano in gioco altre variabili da tenere in considerazione al momento di creare una strategia di azione per i social network per aumentare il proprio EdgeRank e, dunque, la propria visibilità. Ho fatto alcuni test, ed ecco cosa è venuto fuori.
Test dopo l’aggiornamento dell’algoritmo di Facebook
Prima di terminare vorrei proporti alcuni test effettuati, su una pagina che prende il nome di “Ma che stiamo all’inghilterra?” e che il tema, se avrai seguito Maccio Capatonda, lo conosci già (Si tratta di una frase di un personaggio nella serie televisiva di MTV).
La pagina ha oltre 7 mila like, ho provato a pubblicare immagini a tema ed immagini fuori tema, il risultato è stato questo:
Il primo post, quello a sinistra, è una immagine fuori tema, non apprezzata dagli utenti e di conseguenza non c’è stata nessuna “ripercussione” (commenti, condivisioni, like); il secondo post, nettamente a tema ha avuto in 24 ore 318 like, 2 commenti e 2 condivisioni e 4686 visualizzazioni.
Come potete notare, la prima immagine contiene un “tag” alla pagina, mentre la seconda è stata semplicemente pubblicata.
Questo test è stato effettuato tra il 10 e il 12 febbraio, oggi ho riprovato a proporre dei contenuti nuovi pubblicando 2 diversi post. Ecco cosa è successo:
Il primo è un link a questo blog, mentre il secondo post è un’immagine a tema con l’argomento della pagina. Sebbene il tempo di osservazione è “breve”, la differenza tra i due post è incredibile. Ok, ora dirai: Ma sono due tipologie di post differenti.
Proprio per evitare questo ho pubblicato un link a tema con la pagina:
Come puoi vedere mi sono limitato a ripetere il titolo del collegamento, proprio per emulare l’altro post. Nonostante nella prima ora non abbia avuto un vero e proprio boom, ha raggiunto 141 utenti ed una condivisione, molto di più della pubblicazione precedente.
Quello che voglio dire che con un’ottima strategia si potranno raggiungere risultati organici più che validi, bisogna solo lavorarci su. Ti invito a seguire questo post perché sto effettuando test più “lunghi” per sottolinearti di più le differenze.
La tua esperienza
Ok, ma ora veniamo a te, ed alle tue pagine. Sicuramente se sei qui volevi capire cosa era successo a Facebook e per quale motivo la tua pagina avesse avuto un calo così forte. Ebbene, raccontami la tua esperienza con un commento e quali sono per te le strategie da seguire nel mondo del web marketing e del social media marketing.
In questo se vuoi posso aiutarti, basterà contattarmi e potremmo sentirci tramite Skype o telefonicamente.
Vorrei porti una domanda molto facile, spero: dovendo cambiare il nome della pagina della nostra associazione credi che in base all’algoritmo usato da FB sia meglio porre l’acronimo all’inizio o alla fine? Ti scrivo qua i due esempi:
1. BYSE – Bocconi Young Students Entrepreneurs
2. Bocconi Young Students Entrepreneurs – BYSE
Io penso la numero 1, cosa ne pensi? Se riesci anche ad argomentare la risposta te ne saremo per sempre debitori 😉
Ciao @lorenzocasale:disqus, grazie intanto per il commento!
Io credo che devi pensare agli utenti, nel senso.. i tuoi utenti come ti cercano? Ti cercano per BYSE prima o inseriscono direttamente Bocconi Young Students ecc?
Se ti cercano prima con BYSE allora la prima soluzione è quella giusta, se ti cercano con Bocconi Young Students allora la seconda è quella valida ( anche se in effetti la concorrenza della bocconi potrebbe risultare un po’ eccessiva, ma meglio farti incontrare con facilità).